venerdì 20 luglio 2012

Diaz: dopo 11 anni il film di Vicari fa luce sui fatti del G8 di Genova

Ieri sera presso il Cortile della Rocca di Novellara è stato proiettato "Diaz: don't clean up this blood", film premiato dal pubblico al 62° Festival di Berlino con Elio Germano, Jennifer Ulrich e Claudio Santamaria. In contemporanea, all'Arena Puccini di Bologna  la stessa pellicola di Daniele Vicari è stata introdotta dal giornalista del QN quotidiano nazionale Lorenzo Guadagnucci, uno dei testimoni dei cruenti fatti accaduti la sera del 21 luglio 2001 in occasione del G8 di Genova.



In quella sera verso le 24 nella scuola Diaz, uno dei centri del coordinamento del Genoa Social Forum guidato da Vittorio Agnoletto, faceva irruzione il VI Reparto mobile di Genova della Polizia di Stato più altri Reparti di supporto della stessa Polizia di stato, oltre ai Carabinieri. Furono fermati 93 attivisti e furono portati in ospedale 61 feriti, dei quali 3 in prognosi riservata e uno in coma, per cui finirono sotto accusa 125 poliziotti, compresi dirigenti e capisquadra. 



Dopo 11 anni ancora nessuno ha realmente pagato per quello che fu definito dal vicequestore Michelangelo Fournier un "selvaggio pestaggio" da macelleria messicana. In secondo grado la Corte d'appello di Genova contesta la ricostruzione del tribunale: "non è possibile descrivere i fatti in esame come la somma di singoli episodi delittuosi occasionalmente compiuti dagli operatori indipendentemente l’uno dall’altro in preda allo sfogo di bassi istinti incontrollati; al contrario, trattasi di condotta concorsuale dai singoli agenti tenuta nella consapevolezza che altrettanto avrebbero fatto e stavano facendo i colleghi, coerente con le motivazioni ricevute dai superiori gerarchici e con l’esplicito incarico di usare la forza per compiere lo sfondamento e l’irruzione finalizzati all’arresto di pericolosi soggetti violenti, senza alcuna preventiva o successiva forma di controllo sull’uso di tale forza.
La responsabilità di tale condotta e, quindi, delle lesioni inferte, è pertanto ravvisabile in capo ai dirigenti che organizzarono l’operazione e che la condussero sul campo con le modalità e le finalità sopra descritte."




Solo lo scorso 5 luglio 2012 arriva la sentenza definitiva: la Cassazione conferma in via definitiva le condanne per falso aggravato, confermando l'impianto accusatorio della Corte d'Appello. Convalida così la condanna a 4 anni per Francesco Gratteri, attuale capo del dipartimento centrale anticrimine della Polizia; convalida anche i 4 anni per Giovanni Luperi, vicedirettore Ucigos ai tempi del G8, oggi capo del reparto analisi dell'Aisi. Tre anni e 8 mesi a Gilberto Caldarozzi, attuale capo servizio centrale operativo.Il capo della squadra mobile di Firenze Filippo Ferri è stato condannato in via definitiva per falso aggravato, a 3 anni e 8 mesi e all'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni. In parte convalidata (3 anni e 6 mesi) anche la condanna a 5 anni per Vincenzo Canterini, ex dirigente del reparto mobile di Roma, essendosi prescritto il reato di lesioni gravi la cui presenza aveva portato alla condanna da 5 anni in appello. Prescrive, invece, i reati di lesioni gravi contestati a nove agenti appartenenti al settimo nucleo speciale della Mobile all'epoca dei fatti.


Nonostante che l'avvocato dello stato abbia ammesso le violenze della Polizia "L'operato della polizia fu grave. Inaccettabile che dei ragazzi vennero feriti", nessuno degli imputati è mai stato sospeso dal servizio.


Dura lex, sed lex.










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